“Pace e Gioia”.

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db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5 DIO affermava che per l’uomo attendere il suo arrivo è una gioia che crea pace e amore ,a tutto vantaggio della fraterna vita che si svolge negli ambienti di Chiesa , ascoltatelo, e’ la parola di DIO.

Io qui,tra voi,rappresento la certezza della sua presenza,la certezza di una sua azione nel nostro tempo,la certezza che le vostre parole sono state visionate e ascoltate da DIO,abbiate fede quindi,una fede senza calcoli.

Riflettendo sul ritardo di cui aveva appena preso visione ha esternato un simile pensiero,ma ho anche capito che ,dalle considerazioni fatte da Francesco che meglio di me capiva cosa gli mostrava , ha preparato qualcosa di grande,qualcosa che andrà oltre le aspettative per pubblicizzare la mia esistenza nel mondo tra voi.

Non bisogna essere stanchi ma energici e fiduciosi, infondendo questa certezza agli altri con la stessa propria gioia che nasce già dall’attendere DIO nella propria vita,che,in tutti, desidera essere quell’amore che rende felici e gioiosi della vita, ma soprattutto li,dove  a volte il peso della croce mette in ginocchio anche quell’amore che DIO ha pensato e desiderato per chi ha mandato.

 

Pace e Amore.

+ Dal Vangelo secondo Luca

524646_334541256595869_1435102832_n In quel tempo, Gesù disse ai farisei:
«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.
Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.
Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.
E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

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487595_526256974091354_429498880_n image_thumb7  

Voi ,che credete di essere nel giusto,non importano le avvertenze del figlio di DIO, lo avete dimostrato in tutti questi anni,come se oggi,in questa occasione, quella parola non fosse più valida.

Vi sbagliate.  Tra gli altri,anche Papa Giovanni Paolo Secondo che tutti conoscete bene, in confidenza, affermava che la Chiesa non avrebbe dovuto arrivare in questo tempo nella attuale configurazione, a conferma di quanto lo spirito che dall’alto dei cieli la dirige ha personalmente affermato illuminato dalle intenzioni di DIO.Riconoscerà l’errore.A voi non resterà che “ piangere sul latte versato ” per aver ignorato DIO.

Pace e Amore.

Ha estorto 350mila euro in due anni al parroco conosciuto nel confessionale della Consolata, a Torino

 

  • La Consolata a TorinoLa Consolata a Torino

Si sono conosciuti nel confessionale della chiesa della Consolata a Torino. Lei, Ramona, rumena di etnia rom, aveva allora 28 anni (oggi è una donna di 32). Era andata là per confessarsi. Al prete che la stava ascoltando, ha iniziato a parlare di sé. In modo sempre più intimo. È tornata in chiesa altre volte e l’ha incontrato in sacrestia. Lui aveva poco meno di 80 anni. Gli ha raccontato i suoi problemi economici. Da lì, è iniziata una relazione sentimentale. Che è durata due anni e che è finita con il fermo della donna per estorsione, avvenuto il 14 settembre da parte dei carabinieri di Torino su ordine del sostituto procuratore Andrea Padalino. Oltre ai rapporti sessuali consumati di nascosto, in auto, o in casa di Ramona, al centro di questa storia ci sono i soldi. Centinaia di migliaia di euro. Il prete si era totalmente invaghito di Ramona. E in due anni, su sua richiesta, le ha dato tutto quello che aveva: oltre 350mila euro. Non solo quanto percepiva mensilmente per il suo sacerdozio, ma anche una cospicua eredità che aveva ricevuto da un parente e che aveva conservato in banca per anni.

SOLDI E FILMINI HARD – Ramona aveva costantemente bisogno di soldi. Li chiedeva all’amante dopo i rapporti sessuali, o in altri momenti. Di persona o per telefono. Li voleva per sé, o per i suoi parenti, da spedire in Romania. Così il prete le consegnava contanti, versava bonifici, staccava assegni. Secondo l’accusa, tutte le somme di denaro sono state estorte, ovvero chieste sotto minaccia. Ramona, che è difesa dall’avvocato Luca Schera del Foro di Torino, fingeva di possedere materiale compromettente, foto e filmini hard. Che non esistevano. «Dammi i soldi, o metto su internet i filmini che ho girato mentre stavi con me» avrebbe ripetuto al prete insieme alle richieste di soldi.

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db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5 « Il Sacerdote  deve offrire di sé stesso  l’immagine di una persona seria, responsabile, coraggiosa, consapevole dell’ immortalità dell’anima, deve trasmettere nel rapporto con l’altro il mandato ricevuto in cui fermamente crede seguendo le indicazioni di DIO, utilizzando il denaro e i beni terreni che” guadagna” per la stessa Chiesa e al solo scopo di evangelizzare chi incontra lungo la via della sua vita,in un disinteressato aiuto; deve offrire l’immagine di un uomo che sa ascoltare,capire ma soprattutto agire correttamente nel rispetto del mandato assunto; solo così egli nel vivere quotidiano nella società ,svolgendo quel ruolo  tanto prezioso che DIO gli ha affidato nella chiesa , donerà qualcosa di prezioso all’umanità in esempio di Gesù Cristo,figlio di DIO: questo e solo questo è l’immagine  e la sostanza corretta dell’ incarico sacerdotale che ognuno nella chiesa assume  in ogni tempo,ciò che il figlio di DIO desidera da ogni Sacerdote.Se egli rimarrà legato  a DIO e all’unica verità  e insegnerà a farlo si mostrerà degno della sua funzione, se si manterrà integro ed imparziale al di sopra di quelle realtà che in questo mondo sono del Diavolo, non tradirà mai il suo mandato che nella casa di DIO esercita. »

Pace e Amore.

XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

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Citazioni:

Am 8,4-7: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9aggsmh.htm

1Tim 2,1-8: http://www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abs1eb.htm

Lc 16,1-13: www.clerus.org/bibliaclerusonline/it/9abtzrp.htm

La odierna liturgia della parola ci invita a riflettere su questa domanda: chi è il vero discepolo? In particolare oggi possiamo chiederci: che tipo di rapporto deve intercorrere tra il discepolo e i beni terreni? Il racconto parabolico ci presenta un amministratore infedele che sperpera i beni che gli sono stati dati da amministrare. Il padrone, affidando i propri averi all’amministratore, gli dà fiducia e chiede fedeltà. Lo stesso padrone, rendendosi conto che la sua fiducia non è stata ripagata con la fedeltà, chiede all’amministratore di rendere conto della sua amministrazione. L’amministratore, messo alle strette, agisce in modo scaltro e disonesto. Ancora una volta usa beni non suoi per i propri scopi. L’evangelista Luca sembra enfatizzare il comportamento scandaloso dell’amministratore, addirittura lodato dal padrone stesso, nonostante sia stato defraudato ancora. Lo stupore aumenta quando leggiamo che Gesù in persona loda l’amministratore per la sua scaltrezza, per la sua rapidità nel preservare il suo futuro, non di certo per la disonestà.

Pensiamo ora a noi credenti: siamo scaltri nella nostra vita spirituale? Abbiamo una strategia dello spirito? Ognuno di noi vive il suo tempo ultimo, l’esistenza, la vita: siamo noi scaltri, utilizzando il nostro tempo per progredire – sotto l’influsso della grazia – nella fede, speranza e carità? Anche noi saremo chiamati a rendere conto della nostra amministrazione, di come avremo amato, di come avremo usato i nostri doni, di come abbiamo seguito il Signore: sentiamo l’urgenza di preservare il nostro futuro? È probabile, invece, che non abbiamo affatto una strategia dello spirito che ci permetta di crescere cooperando con la grazia divina, ma cadiamo nella tentazione di rapportarci alla vita di fede intendendola piuttosto come una permanente improvvisazione, senza punti fermi, senza carattere, senza un’identità. Cadiamo nella tentazione di vivere la nostra fede senza un’ossatura spirituale robusta e, quando saremo chiamati a rendere conto, non sapremo cosa fare, perché il rendere conto non si associa facilmente con l’improvvisazione. Dobbiamo invece, con l’aiuto di Dio, progredire nello spirito e le ricchezze possono ostacolarci ma anche aiutarci ad attuare questo movimento. La condivisione delle ricchezze, la capacità di non legare il proprio cuore ai beni terreni, deve far parte della nostra strategia dello spirito. Il vero discepolo è uno stratega dello spirito e quindi comprende che deve essere slegato dal peso delle ricchezze, non può essere appesantito dai beni terreni, ma deve essere libero per poter seguire Gesù e poter affrontare l’esame della sua amministrazione terrena: la sequela!

I figli delle tenebre, i figli mondani sono più scaltri, progettano e agiscono, per poter raggiungere il loro ideale, di benessere, di gioia. E i figli della luce? I discepoli, figli della luce, coloro che sono chiamati a risplendere come astri e a dare sapore al mondo, cosa fanno? progettano e agiscono, per la salvezza vera, autentica, che solo la via del Vangelo può donare? I figli delle tenebre, i figli mondani, non hanno un cuore diviso, non vivono tentennamenti, ma sono determinati nei loro scopi malvagi. L’amministratore infedele ne è un esempio: fraudolento e ladro, non si scoraggia, ma persevera per salvarsi; non dispera, ma usa tutto il suo ingegno per preservare il suo futuro. A volte i figli della luce hanno invece il cuore diviso, un cuore che tentenna tra il bene e il male. Questo succede anche perché il bene trova spazio in loro e per questo sono poi sottoposti alla prova della tentazione; ma troppo spesso i figli della luce accolgono il compromesso. Accogliendo il compromesso tra Gesù e la ricchezza, i figli della luce si mostrano sguarniti, strateghi improvvisati e perdono la loro battaglia per una sequela più vera, più autentica.

Oggi il Maestro invita i discepoli ad avere un cuore indiviso, che sappia amare con determinazione, che sappia amare non semplicemente con l’improvvisazione del sentimentalismo, ma che sappia amare con profitto e frutto l’unico Signore.

Nella 24.ma Domenica del Tempo ordinario

il Vangelo ci presenta tre parabole sulla misericordia divina: quella del figlio prodigo, della pecora smarrita e della moneta perduta. Gesù dice:
“Vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione”.


Ascoltiamo una breve riflessione di don Ezechiele Pasotti, prefetto agli studi nel Collegio Diocesano missionario “Redemptoris Mater” di Roma:RealAudioMP3
Il Signore oggi ci dona una parola che rivela la divina misericordia e la gioia che l’accompagna. I pubblicani e i peccatori accorrono a Gesù, ma chi presume di essere giusto, perché compie la Legge, pur avendone perso il cuore, la misericordia, appunto, non capisce e grida allo scandalo. “Gesù accoglie i peccatori e mangia con loro”. In Israele sedere a tavola con i peccatori è farsi uno di loro. La risposta di Gesù rivela il cuore di Dio. Il Padre sa che, lontano da Lui, nessuna gioia è vera, ed anche quella parvenza di letizia di cui ci si ammanta, sa più di fuga, con il sorriso amaro di ciò che finisce presto e male. Per questo, nella parabola della pecora perduta, il pastore lascia le 99 incustodite nel deserto e si mette alla ricerca di quella smarrita e quando la ritrova, “pieno di gioia, se la carica sulle spalle” e invita gli amici a fare festa. Se questo fa un semplice pastore, cosa non farà il “Pastore grande delle pecore”, Dio, per la “sua pecora” smarrita: ogni donna e uomo che soffre, ogni donna e uomo solo. Proprio perché smarrito, diventa “suo”: che tenerezza in questo “suo”! È davvero la domenica della gioia divina, a cui partecipano anche gli angeli: “Io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte “. E tu, vescovo, presbitero, o cristiano che sia, perché aspetti che la pecora ritorni da sola? Non ce la fa: aveva sete e cercando l’acqua di pozzanghera in pozzanghera è caduta nel precipizio! Perché non scendi tu da lei, non te la metti sulle spalle, e la riporti al divino banchetto, la festa preparata apposta per lei?
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/09/14/il_commento_di_don_ezechiele_pasotti_al_vangelo_della_domenica/it1-728139
del sito Radio Vaticana

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Ricordo un giovane sacerdote  del Vaticano che nel 1987 accompagnava Papa Giovanni Paolo Secondo e il Card sodano presso la caserma dove prestavo servizio a Roma, era il nostro primo incontro,era lui che faceva le domande.

Doveva trattarsi di una persona di fiducia visto che accompagnava il Papa durante queste delicate questioni.

Persona ben vestita  di giovane età,intorno ai trenta, perfetto in tutto,non aveva un capello fuori posto, come vi dicevo mi rivolgeva delle domande su incarico del papa.

Ma alle domande,una volta sentito le mie risposte,esponeva cio’ che aveva fatto nella sua vita,come per vantarsene,rimanevo letteralmente umiliato del nulla che avevo fatto su ciò che lui indicava avere un valore.

Lo affermava con molta vanità ciò che aveva fatto,dalle sue parole trapelava in modo vistoso, sono rimasto meravigliato da come minuziosamente teneva la contabilità delle ore che passava in oratorio e in altri posti ,li dove totalizzava ciò che per lui aveva un grande valore, tale da ritenersi ingiustamente retribuito in vista di chi secondo loro DIO aveva scelto per far sentire la sua voce nel mondo.

Mi chiedo se quell’uomo,alla luce dei valori amati da DIO,  è coscientemente consapevole dei valori che coltiva  e di quelli che ignora in virtu’ delle proprie azioni e cio’ che realmente serba nel cuore.

“ Imitate Cristo nella vostra vita sacerdotale ,Siate miti e umili di cuore e avrete un tesoro nel regno dei cieli”.

 

Alla luce del vangelo secondo il figlio di DIO ci sarà allegria nel regno dei cieli nel tempo avvenire,  alla luce dei fatti che ho constatato in questa e in altre occasioni, mi domando chi ,nella chiesa e fuori dalla chiesa,non abbia qualcosa da rivedere nel proprio modo di vivere la vita ,non si tratta di uno ma di tutti gli esseri umani che hanno bisogno di conversione per riempire la vita dai giusti valori,i migliori,che DIO ha creato e voluto per la vita di ogni singola persona.

E’ DIO,nel figlio Gesù, che ne ha dato una grande traccia  su’ ciò che è veramente importante per il regno dei cieli,quindi il primo passa della conversione è “credere”, credere in DIO, il secondo è l’agire,l’agire per “compiere le azioni in virtu’ dei valori voluti da DIO.

E’ sul compiuto che si acquisisce un titolo,un valore,un riconoscimento,nei cieli le chiacchiere non incantano nessuno,e qui da noi non convincono seriamente nessuno senza dare l’esempio.

La missione di un buon apostolo,di un sacerdote è quella di guidare le persone sulle vie di DIO,in modo efficace e concreto con tutti i mezzi che DIO gli mette a disposizione,per un simile scopo ogni via cristiana è percorribile pur di essere una sola cosa con DIO.

La chiesa ,nelle varie comunità,si impegna molto nell’assistenzialismo ,agli anziani ,ai malati  negli ospedali , quasi come fosse la ragione della sua esistenza .E’ cosa buona farlo verso i bisognosi come per tutti per il regno dei cieli e il bene dell’umanità, indubbiamente, ma è qualcosa di più grande il spendersi per la conversione delle persone in esempio del figlio di DIO,guarendo lo spirito delle persone dalla cecità per la vita futura nel regno dei cieli, in verità l’uomo assume un compito speciale da Figlio,e tale viene riconosciuto nei cieli.

Adoperatevi per questo con ogni mezzo,per la salvezza di quelli che sapete essere vostri fratelli, fatelo con tutto quanto DIO ha messo a vostra disposizione per la pace e la fraternità di tutti gli esseri umani, mostrate la recente opera di DIO  per renderlo presente nella persona che dai cieli ha mandato, bisogna che la gente sappia che il regno dei cieli  è una sola cosa con il mondo terreno e la nostra patria futura in cui ognuno sarà accolto.

Pace  e Amore.

Cardinal Bertone:

«Bilancio positivo
nonostante le accuse di corvi e vipere
Ho i miei difetti, ma io ho dato tutto»

PER APPROFONDIRE tagtarciso bertone, cardinale, vaticano, segretario, stato



ROMA – «Ho dato sempre tutto ma certamente ho avuto i miei difetti, se dovessi ripensare adesso a certi momenti agirei diversamente. Però questo non vuol dire che non si sia cercato di servire la Chiesa». Lo ha detto il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato uscente, parlando coi giornalisti a Siracusa. «Il bilancio di questi sette anni lo vedo positivo. Naturalmente ci sono stati tanti problemi, specialmente negli ultimi due anni, mi hanno rovesciato addosso accuse… Un intreccio di corvi e vipere… Però questo non dovrebbe offuscare quello che ritengo sia un bilancio positivo», ha continuato il cardinale. «A volte ci sono dei bilanci viziati un po’ dai pregiudizi. Un bilancio onesto non può non tener conto del fatto che il segretario di Stato è il primo collaboratore del Papa, un esecutore leale e fedele dei compiti che gli vengono affidati. Cosa che ho fatto e farò. Il segretario di Stato lavora in equipe, si lavora in cinque ed è un bel gruppo che lavora molto unito», ha aggiunto Bertone incontrando brevemente i giornalisti prima della recita del Rosario al Santuario della Madonna delle Lacrime dove è giunto per la giornata conclusiva del 60/mo anniversario delle celebrazioni per il prodigio della Lacrimazione.

db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5 Colgo l’occasione per ribadire la stima e l’affetto che nutro per questa genuina e generosa persona che , nel compito affidatogli, ha saputo dare tutto se stesso con massimo impegno e grande saggezza, in un ufficio dove ho capito che, critiche,invidie e cattiverie,hanno messo a dura prova un uomo ben preparato,limpido e capace come il Card Bertone ha sempre dimostrato di essere con tutti i suoi collaboratori, in tutte le prove che DIO ha tracciato per il suo cammino.

Il Card Bertone non di rado ha assunto compiti dove ogni passo è segnato dalle difficoltà, lo ricordo in azione in situazioni tutt’altro che facili muoversi con molta preparazione e determinazione ,li ,sulle tracce di DIO, dove il pericolo era serio e concreto.

Ha sempre lottato per far trionfare la verità in alcuni casi,non con poche difficoltà,e ha continuato a farlo per la trasparenza e la giustizia  nel compito affidatogli nella chiesa e per la chiesa.

Schietto nel parlare ,a suo tempo lui stesso ,informato degli Angeli sulle sue mosse future,mi raccontava la sue posizione in merito,il suo punto di vista ,che con il passare del tempo è cambiato per essere più coerente agli insegnamenti del figlio di DIO  e meno coerente con chi ,aldi sopra del vangelo, indica di ignorare ciò che il cuore comanda e l’umanità attende.

Per certo è stato per lui, come per ognuno, un tempo di crescita spirituale che molto ha insegnato e insegnerà alle future generazioni che vestiranno il suo stesso abito e ricopriranno lo stesso ruolo.

Nel perfetto ricordo che DIO mi ha concesso di possedere fin dal principio della sua persona ,nonché delle sue azioni,con l’affetto delle  mie parole lo ho sostenuto per tutto il tempo proprio per la stima che serbo nel cuore, incoraggiandolo per la via dell’amore, nell‘attesa di poterci rincontrare per realizzare gli scritti allora nelle sue mani che tanto bene hanno fatto alla Chiesa e al mondo nel prossimo futuro.Gli Angeli dettavano già le statistiche citando numeri dei tanti convertiti al cristianesimo e dei molti  che pur praticanti lo hanno preso sul serio osservandone le regole. Comunque è certo un risultato che ha fatto sorridere il figlio Gesù,cosi ho capito dagli Angeli che commentavano l’evento.

Mi auguro soltanto che essa,la rivelazione nel mondo,sia da subito per la pace tanto invocata li dove tuttora si minaccia una guerra, e la fratellanza dei popoli,fratelli nei figli di DIO.

Pace e Amore.