+ Dal Vangelo secondo Matteo

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In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore

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db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 Un profeta viene disprezzato dall’uomo perché’ cosi è stato deciso nei cieli ,dovunque esso mette piede e non solo in casa sua,la loro scelta cade tra coloro che meglio lo conoscono proprio perché’ chi disprezza ha più argomenti e può farlo con maggiore forza in funzione di quelle certezze che ognuno possiede conoscendo la vita del profeta.

Le pecore non lo riconoscono solo perché’ Dio non lo rende riconoscibile, esso è riconoscibile solo dalla parola che proclama,la stessa che il popolo umano purtroppo non comprende, è come parlare loro in un altra lingua.

Il compito di rendere la parola di Dio comprensibile è vera è stato affidato alla Chiesa e  ai suoi consacrati ,di cui dicono capo il figlio di DIO Gesù Cristo, luogo in cui tutto si fa tranne che evangelizzare nel concreto l’umanità alla buona novella del regno dei cieli.

Questo ci dice che DIO in verità  non ha dato la Chiesa  al Figlio, ma il Figlio alla Chiesa, non è la stessa cosa visto che della sua parola,quella proclamata dai vangeli nella sua vita, hanno fatto quello che hanno voluto,un po’ come la mia.

Bisogna anche sottolineare che l’essere disprezzato è una prerogativa dell’essere profeta,in altre parole Dio nel suo progetto costruisce intorno al profeta il disprezzo della gran parte della gente per un secondo fine,ma anche,come per il disprezzo,costruisce anche l’amore  nelle persone per il profeta,e’ questo è proprio una sua scelta in funzione alla parola che proclama. In verità un Profeta non può essere un vero profeta se acclamato  e amato da tutta la gente,perché cosi Dio ha deciso fin dalla sua creazione in funzione a dei valori che nei cieli contano per il bene della sua vita futura ,in cielo e in terra.

Pace e Amore.

Papa Benedetto XVI

E’ ufficiale! Benedetto XVI concelebrerà con Papa Francesco domani in Vaticano. Un evento storico.

E' ufficiale! Benedetto XVI concelebrerà con Papa Francesco domani in Vaticano. Un evento storico.

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db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 Avrebbe voluto unificare gli annunci Papa Benedetto, o forse solo potermi accogliere per prepararsi e preparare tutti all’annuncio con la mia viva presenza tra loro.Ricordo benissimo ciò che ha evidenziato agli Angeli con i mano la dima di ciò che in futuro avrebbero vissuto. Aveva visto che da li a poco sarebbero stati chiamati ad annunciare chi DIO ha nel mondo mandato, lo ha letteralmente visto a poca distanza dall’evento che ci accingiamo a vivere, il cerchio si stringe e credo non poteva che parlare di questo ,  reputava questo intervallo di tempo manipolabile in un certo qual modo,per il bene della chiesa e di tutti.

Dalla risposta ho capito che per loro avrei già potuto essere tra voi,ma ancora mancava il si di qualcuno che sa  quale’ il migliore momento per il mio annuncio nel mondo,è questo attendono.

Anche questo lascia presumere che DIO,nella sua misericordia,ha acconsentito a modificare quel progetto che ha già fatto,mettendo la chiesa lungo la mia via per come Francesco mi ha accennato ,e ,stando cosi le cose, già agli inizi del mio incarico.

E’ stato un cammino di si e no,la chiesa non ha mai avuto certezze,e quando, in un certo qual modo, le ha avute nelle fede delle parole di chi ha mandato, qualcuno,in un modo o nell’altro, ha provato a togliergli la speranza,la stessa  che spesso con le mie parole e i miei ricordi  ho provato a rafforzare,proprio perché’ ricordavo l’annunciata sofferenza di chi nella Chiesa ha percorso un tratto del percorso descrivendolo duro e difficile.

Buona celebrazione allora, possano le mie parole portarvi la pace nel cuore, questi Papi, con molte altre persone , sono parte della mia vita ,dei miei ricordi, e io lo sarò della loro vita , nei ricordi della gente che ancora non conosce la verità, in fondo parlate già della mia esistenza tra voi ricordando la loro vita al  popolo di DIO in questa cerimonia di Santificazione.

Pace  e Amore.

 

 

 

 

Sangue innocente.

 

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Qualcuno potrebbe dire che è dura digerire un simile evento nella certezza che è stato visto e lasciato accadere,non si poteva evitare visto l’evento che ci accingiamo a vivere?

In verità Dio forgia il cuore dell’uomo  con quel sangue per aprirlo all’amore,alla sua presenza,alla vita nel regno dei cieli,questa è solo una delle ragioni,quella che più ci riguarda.

La vita del soggetto non viene compromessa,ma raccolta da DIO per essere utilizzata per il bene dell’altro ,diventa così ,diventa più preziosa e eterna per chi sembra la abbia perse ingiustamente,ma anche per chi si lascia provocare dal suo sangue ,vince l’indifferenza e si adopera per il bene del prossimo. 

Il prendere consapevolezza di aver vissuto la vita nelle mani di DIO apre il cuore dell’uomo all’amore, al bene, anche chi dalla vita è stato deluso perché’ crede di essersi ritrovato solo, malato o impotente,DIO è sempre stato al suo fianco a garantirgli la vita, per quel mondo che con i suoi metodi cerca ogni giorno di rendere migliore e più consapevole della sua presenza.  Non esiste nulla al mondo che possa separarci dall’amore di DIO, chi crede di averla persa la vita la ritroverà pienamente, è questa la cosa più importante nella vita di un essere umano,e questo di cui deve prendere consapevolezza.

Papa Giovanni Paolo Secondo ha iniziato il suo pontificato invogliando a non aver paura,di aprire le porte a Cristo. In Cristo scorre lo stesso sangue innocente di quel ragazzo Chiamato da DIO, dalla umile vita,provato dalla debolezza e gioioso nel viverla,egli come Cristo porta un messaggio a tutti voi, scrivendolo sulla terra con il suo dito unto nel suo sangue innocente, li dove voi tutti possiate leggerlo.

Pace  e amore.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

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In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Parola del Signore

db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 DIO nel suo progetto,nella via che ha tracciato,ha messo a un certo punto del mio percorso l’incontro con le persone,aveva disegnato alcune icone in cui si distinguevano le varie parti del corpo,gambe,busto,braccia e testa.Proprio di questo punto Francesco ha chiesto spiegazioni sul come dare testimonianza alle mie parole tra queste persone, cosa avrebbero dovuto usare ?

Voleva,e poi lo ha sottolineato,l’avallo di DIO per usare sistemi validi e persuasivi ,ipotizzando già dei battibecchi con chi ha il potere di decidere nei cieli quale sistema usare.

Dio , da quel che ho capito, con poche parole ha sminuito il problema posto da Francesco, lasciandoli liberi di usare quel che è necessario secondo il bisogno delle persone chiamate.

Questo particolare mi è tornato alla mente poco tempo fa,provando a parlare con una persona amica ,toccando -per cosi dire- il problema evidenziato da Francesco con mano.

Non si tratta di un sacerdote, state tranquilli,ma di una semplice persona lontana un miglio dalla realtà di chiesa  e direi persino dalla realtà in cui vive inconsapevolmente,seppur vi è immerso fino al collo, e cosi,con l’occasione, ho cercato di aprirgli gli occhi alla verità.

Non esagero nel dire che ho fatto qualcosa di più di quanto Gesù ha fatto con la samaritana al pozzo, da straniero a quattrocchi gli ho svelato qualcosa  che lo riguardava di inconfessabile, di cui non potevo e dovevo essere a conoscenza.  Ha ammesso il vero ,si,con il risultato di suscitare sorpresa,interrogativi,ma non ciò che serviva per dare la giusta testimonianza a chi DIO gli ha dato di incontrare,nonostante gli abbia riferito la fonte da dove ho ricevuto l’informazione.

E’ una verità troppo grande la mia  che non può essere assimilata dall’uomo con quel poco,l’uomo di oggi ha un bisogno diverso,più grande,che non può essere saziato solo con le parole,ma con cose concrete dell’impossibile.

Lontano dalla Chiesa per come il progetto indica ,ci vuole qualcosa di più sostanzioso per dare testimonianza a questa “verità sola” per andare avanti, passo dopo passo,un po’ come la parola del vangelo racconta, segni inequivocabili che attestano e qualificano la mia persona all’umanità secondo quanto desiderato da DIO,di questo oggi sono consapevole e in attesa di quell’eco dal cielo che presto sarà udito anche da coloro che ,pur avendo orecchi, non sentono la mia parola.

Bisogna letteralmente ricreare la condizione simile alla prima volta , che ha aperto gli occhi alla chiesa e svelato ad alcuni la verità, lasciandomi nella consapevolezza ,come lo era il figlio Gesù tra il popolo umano.

Se le cose non cambiano,e ognuno rimane nella sua posizione per chissà quale ragione, non vedo altro modo per la via che DIO ha tracciato nella vita del mondo terreno.

Pace e amore.

Giovedì fra l’Ottava di Pasqua

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LA LITURGIA DEL GIORNO
www.lachiesa.it/liturgia

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PRIMA LETTURA (At 3,11-26)
Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti.

Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, mentre lo storpio guarito tratteneva Pietro e Giovanni, tutto il popolo, fuori di sé per lo stupore, accorse verso di loro al portico detto di Salomone.
Vedendo ciò, Pietro disse al popolo: «Uomini d’Israele, perché vi meravigliate di questo e perché continuate a fissarci come se per nostro potere o per la nostra religiosità avessimo fatto camminare quest’uomo? Il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, il Dio dei nostri padri ha glorificato il suo servo Gesù, che voi avete consegnato e rinnegato di fronte a Pilato, mentre egli aveva deciso di liberarlo; voi invece avete rinnegato il Santo e il Giusto, e avete chiesto che vi fosse graziato un assassino. Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni. E per la fede riposta in lui, il nome di Gesù ha dato vigore a quest’uomo che voi vedete e conoscete; la fede che viene da lui ha dato a quest’uomo la perfetta guarigione alla presenza di tutti voi.
Ora, fratelli, io so che voi avete agito per ignoranza, come pure i vostri capi. Ma Dio ha così compiuto ciò che aveva preannunciato per bocca di tutti i profeti, che cioè il suo Cristo doveva soffrire. Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati e così possano giungere i tempi della consolazione da parte del Signore ed egli mandi colui che vi aveva destinato come Cristo, cioè Gesù. Bisogna che il cielo lo accolga fino ai tempi della ricostituzione di tutte le cose, delle quali Dio ha parlato per bocca dei suoi santi profeti fin dall’antichità. Mosè infatti disse: “Il Signore vostro Dio farà sorgere per voi, dai vostri fratelli, un profeta come me; voi lo ascolterete in tutto quello che egli vi dirà. E avverrà: chiunque non ascolterà quel profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo”. E tutti i profeti, a cominciare da Samuèle e da quanti parlarono in seguito, annunciarono anch’essi questi giorni.
Voi siete i figli dei profeti e dell’alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: “Nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra”. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l’ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione, perché ciascuno di voi si allontani dalle sue iniquità».
Parola di Dio

db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 E’ bello vedere “Pietro” che in questo tempo prende  consapevolezza delle parole del suo maestro e parla al popolo in suo nome,  incomincia a ragionare secondo l’ottica del figlio di DIO e si avvia al vero scopo dell’apostolato, il compito per cui DIO lo ha scelto e chiamato alla sequela,l’annuncio del regno dei cieli tra la gente. Tuttavia dalle sue parole lascia trapelare che esso è ancora lontano dalla verità,la stessa che presto o tardi dovrà incontrare per essere in pienezza in essa . Pietro oggi, con questa parola, parla anche a ognuno di voi ,invitandovi a portare i frutti buoni dell’apostolato a tutto il popolo, in nome di DIO, in colui che ha mandato e crocifisso nel mondo.

Pace  e Amore.

L’ attico d’ oro del card. Bertone.

 

I 700 metri quadri del cardinal Bertone sconvolgono il Papa

La casa dove prima dell’estate il cardinale Bertone si trasferirà, ha una dimensione da "principe della Chiesa" di sfarzo rinascimentale, perché unisce due appartamenti: quello un tempo assegnato a Camillo Cibin, capo della Gendarmeria per tutto il pontificato di Karol Wojtyla, fra i 300 e i 400 metri, da cui è stata infine sloggiata la vedova; e quello di monsignor Bruno Bertagna, vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Testi legislativi, deceduto alla fine del 2013, di metratura intorno ai 200. A questi metri interni vanno però aggiunti circa 100 di terrazzo.
Bertone, comunque ,non vivrà da solo, lo seguiranno le tre suore che vivono con lui da quando fu nominato segretario di Stato.

db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 Cosa ci farà il Card Bertone con uno spazio cosi grande in casa ? Un campo da calcetto forse? No,non credo.Ci saranno tante camere, e delle grandi sale utili per il ruolo che svolge nell’ombra per il bene della Chiesa,buone quindi per ricevere ospiti.

Secondo quel che ricordo ci sarà un momento in cui sarò invitato da coloro che oggi governano la chiesa, lo leggeva proprio lui invitato da Francesco  nella dima che gli avevano fornito, soltanto però a ridosso di quella consapevolezza che acquisiranno col sapere ciò che DIO si prepara a fare. Francesco in quel Frangente gli rimproverava il fatto che avrebbero dovuto farlo molto prima,un altro segno questo,che evidenzia il fatto che la via dell’accoglienza è stata accantonata per ragioni che in qualche modo non sono strettamente di DIO,ma di chi nel mondo dice e forse crede  di fare la sua volontà.

Tutti mi hanno abbandonato  per seguire la loro vie tra coloro che DIO ha interpellato nella Chiesa, nessuno ha voluto compiere la volontà del padre, mi risulta e mi dispiace  saranno chiamate altre persone ,tuttavia, seppur oggi il progetto di DIO dica altro,nel  ravvedimento che presto o tardi arriverà e  permetterà di accogliere,proprio in funzione dei miei ricordi e certo di fare cosa gradita,conservo nel cuore il desiderio di essere suo ospite per qualche giorno visto che sembra lo spazio nell’appartamento non gli manca,come chiaro segno di apprezzamento che va aldilà del ruolo che ricopre e svolge nella chiesa. In questo modo avrò occasione di ringraziare la donna che  poco tempo fa tanto gentilmente e con disponibilità ha riferito al cardinale quel saluto che telefonicamente gli ho dettato nel suo appartamento, certo sarà stato recepito dall’interessato come  un “confortante segno” di una viva presenza di chi DIO ha nel mondo mandato.

Pace e Amore.

VENERDI’ SANTO E PASQUA 2014 A RAFFADALI

 

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foto di Comune di Raffadali.

 

 

LA LITURGIA DEL GIORNO

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VANGELO (Mt 28,8-15)
Andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.
Parola del Signore

 

Commento
In questo primo giorno della settimana che segue la grande festa, è la vita quotidiana della fede che comincia. Una fede che non si accorda spontaneamente alla vita passata. Perché, se quello che noi cantiamo e diciamo a Pasqua è vero, è solamente quando il Cristo risuscitato fa sapere ai suoi che egli resta con loro e per loro fino all’ultimo giorno che tutti gli uomini riscoprono il significato della vita.
I fatti di Pasqua che gli evangelisti hanno vissuto e riassunto nella loro narrazione sono una testimonianza. Testimonianza contestata nella loro epoca, come oggi.
San Matteo parla di Maria di Magdala e dell’“altra Maria”, che incontrano un angelo al levarsi del giorno vicino alla tomba. Quando gli obbediscono e lasciano la tomba, il Cristo risuscitato va ad incontrarle. Conferma egli stesso la missione che li aspetta: “Andate ad annunziare ai miei fratelli che vadano in Galilea e là mi vedranno”.
Ed è anche presso la tomba vuota che si sviluppano la nuova opposizione – che contesta la risurrezione – e il rifiuto di credere. Mentre le due donne sono in cammino, le guardie si recano in città dai loro capi. Questi sanno che è inutile sigillare e sorvegliare la tomba di Gesù, perché nessuna potenza terrestre può resistere od opporsi all’opera di Dio. Pertanto, poiché non possono accettare la verità della Pasqua, danno al mondo una “spiegazione”. Spiegazione che può trarre in inganno solo coloro che si rifiutano di incontrare il Signore.

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db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 Storicamente parlando il tempo di Pasqua segna una svolta per i discepoli,egli cambiano le loro idee per proseguire nelle vie di chi li ha radunati in DIO.

I cosiddetti  ipocriti,coloro che avevano idee proprie e in esse hanno solo acquisito morte, i codardi, coloro che presi dalla paura hanno rinnegato chi dinanzi ai loro occhi manifestava la presenza di DIO pur di portare avanti le loro idee, ammettono nel pentimento le loro colpe e trovano il coraggio di seguire le via che dinanzi a loro ha “l’aspetto della croce “,essa promette morte a chi ha fatto di tutto per salvaguardare la propria vita, e povertà a chi ha fatto di tutto per salvaguardare le proprie ricchezze terrene.

Il rimettere il destino nelle mani di DIO è una prova di fede, l’eredità che con la pasqua Gesù Cristo ha donato a chi crede.Solo chi ha fede nella resurrezione va incontro alla morte e alla povertà, senza paura,nelle certezza di Dio e della sua infinita misericordia.

Papa Giovanni Paolo Secondo a suo tempo ,in mia presenza,domandava agli Angeli in quale tempo la chiesa avrebbe parlato di me al mondo. A denti stretti,proprio perché’ ero presente e consapevoli che avrei ricordato,gli Angeli hanno indicato il tempo di Pasqua,indicando precise ricorrenze che il Papa sapeva andavano da una data all’altra data. Riflettendo il Papa ,proprio in funzione a quell’informazione,diceva di voler allungare quel tempo proprio per far rientrare quell’annuncio nel tempo più adatto,credo nella resurrezione.

Pace e amore.

VANGELO secondo Giovanni 11,45 – 56

In quel tempo, molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che Gesù aveva compiuto, [ossia la risurrezione di Làzzaro,] credettero in lui. Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.
Allora i capi dei sacerdoti e i farisei riunirono il sinèdrio e dissero: «Che cosa facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro tempio e la nostra nazione».
Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!». Questo però non lo disse da se stesso, ma, essendo sommo sacerdote quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.
Gesù dunque non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Èfraim, dove rimase con i discepoli.
Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi. Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra loro: «Che ve ne pare? Non verrà alla festa?». Parola del Signore.

Commento al VANGELO (Gv 11,45 – 56)
Quando la fede manca e viene colpevolmente rigettata, anche la ragione si oscura: dopo la risurrezione di Lazzaro, i nemici di Cristo tengono consiglio riunendo il sinedrio. Non per riflettere serenamente sui segni che Egli va operando sotto i loro occhi, ma per lanciare un allarme : "Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni! Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in Lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione ! " Queste sono le deduzioni che essi sanno trarre da un evento prodigioso! Temono che tutti crederanno in Lui e questi prodigi e questa fede sarà la causa di una totale disfatta nazionale. Ancora ai nostri giorni, molti ritengono che il così detto ordine scandito dalle leggi umane verrebbe turbato e sconvolto dalla fede e dalla religiosità liberamente espressa. La trama contro Cristo, è diventata innumerevoli volte motivo di persecuzione per i suoi seguaci. Sono ancora tanti coloro che, come il sommo sacerdote Caifa, propongono ed attuano l’assurda e drastica soluzione:" Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera!" Ecco come si tenta di far prevalere il bene presunto degli uomini su quello autentico di DIO, ecco come viene conculcata e repressa la libertà religiosa e i diritti fondamentali e sacrosanti di ogni essere vivente. Per fortuna i nemici di Cristo, i nemici della fede e della libertà non sanno che dopo quella prima assurda condanna sancita da un iniquo giudizio, ogni morte diventa un sacrificio di espiazione e il sangue versato dai martiri è il seme fecondo che continuamente purifica e vivifica la Chiesa del Signore.Dopo ogni persecuzione, la Chiesa ne è uscita più splendente che mai e coloro che pensavano di chiudere in un silenzio di morte, prima Cristo e poi i suoi fedeli, hanno dovuto ogni volta sperimentare il prodigio della risurrezione e di una vita nuova

db62ab5da64ff972450097733f4eb852_thumb5_thumb2 Il racconto del vangelo cerca in alcuni casi di nascondere verità inconfutabili,e cioè di voler attribuire all’uomo quel che in realtà è una volontà di DIO per chi ha mandato e opera nel mondo.

Il malvagio,come il Santo, in questo mondo non può prevalere senza che DIO lo consenta, ci sono dei motivi per la sua esistenza e motivi per le sue opere.Nel nostro caso ,oggi come ieri,vi è proprio una partecipazione di DIO per la croce del figlio,una salvezza che ha voluto compiere nel mistero tra coloro che la credevano stoltezza,con la croce perlappunto.

Non ho mai chiesto un “calice diverso da quello che mi è stato offerto”, capisco in qualche modo essere un progetto di salvezza portato avanti da chi nei cieli conosce la sapienza di DIO, ma diverse volte ho ribadito quel desiderio che il tutto avvenga nella  dignità Cristiana che la stessa croce possiede.

Pace  e Amore.

Non esiste un Cristianesimo senza Croce!



“Non esiste un cristianesimo senza Croce”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani a Casa Santa Marta. Il Pontefice ha sottolineato che “non c’è possibilità di uscire da soli dal nostro peccato” e ha ribadito che la Croce non è un ornamento da mettere sull’altare, ma il mistero dell’amore di Dio. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3
In cammino nel deserto, il popolo mormorava contro Dio e contro Mosè. Ma quando il Signore mandò dei serpenti, il popolo ammise il suo peccato e chiese un segno di salvezza. Papa Francesco ha preso spunto dalla Prima lettura, tratta dal Libro dei Numeri, per riflettere sulla morte nel peccato. E subito ha notato che Gesù, nel Vangelo odierno, mette in guardia i farisei dicendo loro: “Morirete nel vostro peccato”:
“Non c’è possibilità di uscire da soli dal nostro peccato. Non c’è possibilità. Questi dottori della legge, queste persone che insegnavano la legge, non avevano un’idea chiara su questo. Credevano, sì, nel perdono di Dio, ma si sentivano forti, sufficienti, sapevano tutto. E alla fine avevano fatto della religione, dell’adorazione a Dio, una cultura con i valori, le riflessioni, certi comandamenti di condotta per essere educati, e pensavano, sì, che il Signore può perdonare, lo sapevano, ma (era) troppo lontano tutto questo”.
Il Signore nel deserto, ha poi rammentato, comanda a Mosè di fare un serpente e metterlo su un’asta e chi sarà morso dai serpenti e lo guarderà resterà in vita. Ma cos’è il serpente, si è chiesto il Papa? “Il serpente è il segno del peccato”, come già vediamo nel Libro della Genesi quando “è stato il serpente a sedurre Eva, a proporle il peccato”. E Dio, ha proseguito, manda a innalzare il “peccato come bandiera di vittoria”. Questo, ha detto Francesco, “non si capisce bene se non capiamo quello che Gesù ci dice nel Vangelo”. Gesù dice ai Giudei: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, adesso conoscerete che io sono”. Nel deserto, ha detto, è stato dunque innalzato il peccato, “ma è un peccato che cerca salvezza, perché guarisce lì”. A essere innalzato, ha sottolineato, è il Figlio dell’uomo, il vero Salvatore, Gesù Cristo:
“Il cristianesimo non è una dottrina filosofica, non è un programma di vita per sopravvivere, per essere educati, per fare la pace. Queste sono conseguenze. Il cristianesimo è una persona, una persona innalzata sulla Croce, una persona che annientò se stessa per salvarci; si è fatta peccato. E così come nel deserto è stato innalzato il peccato, qui è stato innalzato Dio, fatto uomo e fatto peccato per noi. E tutti i nostri peccati erano lì. Non si capisce il cristianesimo senza capire questa umiliazione profonda del Figlio di Dio, che umiliò se stesso facendosi servo fino alla morte e morte di Croce, per servire”.
E per questo l’Apostolo Paolo, ha proseguito, “quando parla di che cosa si gloria lui – anche possiamo dire di che cosa ci gloriamo noi” – dice: “Dei nostri peccati”. Noi, ha osservato il Papa, “non abbiamo altre cose di cui gloriarci, questa è la nostra miseria”. Ma, ha aggiunto, “da parte della misericordia di Dio, noi ci gloriamo in Cristo crocifisso”. E per questo, ha rimarcato, “non esiste un cristianesimo senza Croce e non esiste una Croce senza Gesù Cristo”. Il cuore della salvezza di Dio, ha detto ancora, “è il suo Figlio, che prese su di Lui tutti i nostri peccati, le nostre superbie, le nostre sicurezze, le nostre vanità, le nostre voglie di diventare come Dio”. Per questo, ha ammonito, “un cristiano che non sa gloriarsi in Cristo crocifisso non ha capito cosa significa essere cristiano”. Le nostre piaghe, ha soggiunto, “quelle che lascia il peccato in noi, soltanto si guariscono con le piaghe del Signore, con le piaghe di Dio fatto uomo, umiliato, annientato”. “Questo – ha affermato Papa Francesco – è il mistero della Croce”:
“Non è un ornamento, che noi dobbiamo mettere sempre nelle chiese, sull’altare, lì. Non è un simbolo che ci distingue dagli altri. La Croce è il mistero, il mistero dell’amore di Dio, che umilia se stesso, si fa ‘niente’, si fa peccato. Dove è il tuo peccato? ‘Ma non so, ne ho tanti qui’. No, il tuo peccato è lì, nella Croce. Vai a cercarlo lì, nelle piaghe del Signore, e il tuo peccato sarà guarito, le tue piaghe saranno guarite, il tuo peccato sarà perdonato. Il perdono che ci dà Dio non è cancellare un conto che noi abbiamo con Lui: il perdono che ci dà Dio sono le piaghe del suo Figlio sulla Croce, innalzato sulla Croce. Che Lui ci attiri verso di Lui e che noi ci lasciamo guarire”.

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Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice dammi da bere!

Vedo che ogni tanto qualche verità nella chiesa viene centrata,chissà se da soli  mi chiedo,da quel che ricordo devo dedurre di “no”, ricordo tuttavia che la chiesa,proprio perché’ è condotta come un bimbo nelle mani dei genitori dallo spirito santo, non si allontanerà più di tanto dalla verità,ritornerà  nella giusta via,nel pensiero di DIO ,ma comunque non mancheranno voci condotte a ricredersi e pentirsi per l’errato pensiero esposto.

Io lo avevo capito da tempo senza essere un esperto di teologia ,basti sapere quel che è cambiato nella mia vita negli ultimi tempi,nei miei desideri e nel mio cuore da quando sono stato chiamato al mio compito. Avevo capito che i fili li tirano dal cielo e aggiungo dal piano più alto,ma non capivo bene il perché’ e lo scopo,solo successivamente ho avuto le idee chiare.

Durante la prima visita con Francesco,Per ben due volte DIO ha sottolineato il fatto che avrebbe  dovuto non lasciare che capissi alcune cose, avendo visto ciò di cui ero perfettamente consapevole, e me ne sono ricordato da sempre perfettamente, ma poi ha acconsentito tentennando un po’ il capo.Nella sua bontà ha lasciato che capissi nonostante questo mi abbia permesso un sollievo più del consentito per il mio ruolo,era questo il suo pensiero,chissà,forse perché’ non montassi troppo in gloria tra chi mi ha mandato.

Bisogna comunque sottolineare che tra quello che dice DIO con il figlio  e quello che dice il sacerdote con la sua condotta di vita ce’ una grande differenza, un abisso direi, il peccato di cui parla è un conto,tutti gli uomini sono peccatori ,e  nella condizione umana di commettere peccato,ma quello che lasciano trapelare i sacerdoti con il loro agire è qualcosa di diverso che offende la morale di ogni cristiano,i comandamenti di DIO e in particolar modo il ruolo che svolge nella Chiesa .

Il figlio Gesù non è bello da vedere quando gli parlano di queste cose,dovete credermi sulla parola,in un incontro gridava risposte nella sua lingua alla madre in mia presenza che tuonavano come in un l’eco di una montagna,non capivo cosa diceva , qualcosa mi ha spiegato proprio la madre,ma le immagini sono state ancora più istruttive, mortificanti direi viste in presenza di una donna come lei, comprendevo benissimo la collera che Gesù con il suo esporre trasmetteva vistosamente, non ha avuto parole di perdono, e,come potete constatare i suoi mezzi usati fino ad oggi sono risultati del tutto inutili con chi non vuol capire e persevera nel compiere simili atti.

E’ anche vero che ci sono molti sacerdoti in buona fede,ma purtroppo sono vestiti tutti allo stesso modo,e dunque non riconoscibili,tra loro ci sono degli autentici “orchi” per dirla breve,che usano modo ambigui e lontani dalla morale cristiana per i loro scopi, “pervertiti e corrotti”  che non dovrebbero vestire quell’abito.

Il Vescovo, conosce bene coloro che chiama figli , ascolta i pettegolezzi di tutti ,le confessioni e vede con i suoi occhi chi ogni giorno vive al suo fianco per un determinato tempo, sa delle loro debolezze,perciò non dovrebbe adoperarsi solo dopo che scoppia lo scandalo, allontanando il suo figlio spirituale  per le colpe quando diventa una cosa inevitabile,ma prima, cercando di recuperarlo tenendolo sotto controllo con l’aiuto di altri sacerdoti maturi e realmente capaci,per portarlo li dove non è capace di arrivare da solo.

In molti casi,nei confronti delle vittime, ha più responsabilità un vescovo che propone un sacerdote immaturo per l’abito sacerdotale che lo stesso soggetto che lui ha giudicato valido e proposto come sacerdote.

  Il lavoro dei pochi rovina letteralmente il lavoro dei molti e rende la Chiesa inefficace nel suo primario compito,che è l’educare l’umanità al pensiero e ai valori  di DIO per mezzo dei sacerdoti e della loro condotta di vita incentrata nel figlio,parola di DIO.

Pace e Amore.

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